Queer et Ora presenta: SMONTARE LE GABBIE – una giornata antispecista queer Illustrazione Frad
“La nostra posizione sull’asse del privilegio è quantomai ambigua. Le nostre <<identità>>, quand’anche non evidenti ai nostri stessi occhi, sono ben intellegibili da chi, intorno a noi, si trovi ad occupare una differente posizione, in particolare di oppressione: la bianchezza, la classe, il genere, l’orientamento sessuale, la normoabilità fisica e psichica e così via, ci posizioniamo lungo linee fortemente divergenti, sia nell’ambito della società in generale sia nell’ambito delle lotte sociali” (da Smontare la gabbia – Feminoska) Incontriamoci dunque! confrontiamoci, tocchiamoci!
Programma della giornata h.12,30 Presentazione “Smontare la gabbia. anticapitalismo e movimento di liberazione animale” a cura di Niccolò Bertuzzi e Marco Reggio (il quale sarà presente!)
h. 15,00 – 18,00 Workshop Tantra Non Binario – conduce nita sottoscrizione libera- descrizione a seguire – non è necessaria iscrizione
h. 19,00 Proiezione “No Pet. Liberi e Randagi” di Davide Majocchi a seguire piccolo dibatto. Docu-film che, con stile ironico ed evocativo e attraverso immagini di vita di cani, cagne, donne, uomini e altri animali, propone una riflessione sul tema del randagismo ma anche su quello più generale della libertà. https://www.facebook.com/pg/nopetmovie/posts/
Tantra non binario è la proposta di un pomeriggio di intimità. Un luogo per ragionare insieme sul piacere, fuori da ogni morale e tradizione. L’occasione per celebrare e coccolare i nostri corpi meravigliosamente imperfetti…alla faccia di ogni stereotipo o norma! Non binario si riferisce alla pratica queer di disertare dal genere attribuito alla nascita, così come dall’ideologia del genere nel suo nefasto e urticante complesso. Attraverso esercizi tantrici e teatrali, corporei e di relazione, indagheremo i temi del consenso, del potere e della libertà. Proveremo a costruire uno spazio di autodeterminazione, ascolto, solidarietà e morbidezza. Stimoleremo l’energia sessuale come fonte di potenziamento e trasformazione, con l’umiltà dei piccoli passi e la passione delle grandi rivoluzioni. TI ASPETTO! entrata libera, uscita a cappello non è necessaria iscrizione per info: nitakeat@yahoo.it
Mi sono avvicinatx a questa esperienza perchè avevo il desiderio di lavorare con Marta Gilmore e Sarah Perruccio, di conoscerle meglio come artiste e persone… e poi ho scoperto che il testo di Timberlake Wertenbaker mi smuoveva qualcosa. Si connetteva magicamente a tanti nodi importanti della mia vita: il genere, il viaggio… Un’umanità perennemente sul confine. Con Marianne Leoni, Susanna Proietti, Francesca Romana Di Santo, Simona Vitale abbiamo provato a incarnare le contraddizioni che incontravamo nel ripercorrere l’affascinante storia di Si Mahmoud, che il mondo voleva condannare ad essere per sempre Isabelle Eberhardt. Vi aspettiamo!!! Ingresso libero! grazie a #IsolaTeatro
Isabelle Eberhardt è la protagonista della lecture di Nuove Anatomie, un lavoro scritto per il Women Theatre Group da Timberlake Wertenbaker alla fine del Novecento che, in occasione di Gender Bender, sarà interpretata attraverso una lettura scenica della compagnia Isola Teatro dalle attrici Marianne Leoni, Susanna Proietti, Francesca Romana Di Santo, Simona Vitale e nita. La lecture sarà condotta dalla curatrice Sarah Perruccio e dalla regista Marta Gilmore per esplorare il pensiero della premiatissima drammaturga anglo-americana, che già nel 1980 aveva deciso di utilizzare il personaggio di Isabelle Eberhardt/Si Mahmoud per parlare di fluidità di genere.
*In collaborazione con la Società Italiana delle Letterate
Timberlake Wertenbaker (New York, 1951) vive a Londra da anni, ma è cresciuta in un piccolo villaggio di pescatori nei Paesi Baschi. Autrice di culto in tutto il mondo anglofono è stata definita dal Financial Times “la decana del teatro politico degli anni ‘80 e ‘90”. Ha lavorato su temi quali l’effetto del silenzio imposto su persone e popoli, il superamento di convenzioni e limiti, e la ricerca e la performance di un’identità di genere e non solo.
Sarah Maria Perruccio (1982) è nata nel Regno Unito, ma cresciuta in Italia. Dopo la Laurea in DAMS all’Università di Roma Tre consegue un MA in Applied Theatre alla University of Manchester. Si occupa di teatro recitando, scrivendo e curando la regia dei propri testi. In Gran Bretagna, all’ Octagon Theatre, collabora alla direzione di laboratori teatrali con gruppi di adolescenti di diverse provenienze e con esperienze di difficoltà. Ha contribuito alla traduzione della collezione di drammi Teatro di Timberlake Wertenbaker di M.V.Tessitore e P. Bono, curando anche la postfazione critica di LeLeggi del Moto.
Marta Gilmore è regista, drammaturga e attrice, è co-fondatrice della compagnia Isola Teatro, con la quale produce diversi spettacoli. Svolge da molti anni il mestiere di traduttrice. Ha condotto e conduce diversi laboratori di teatro nelle scuole e incontri di formazione aziendale attraverso il teatro d’impresa. Ha collaborato con l’Associazione Asitinas ad un laboratorio di teatro e drammaturgia per donne immigrate e con l’associazione il Grande Cocomero ad un laboratorio di scrittura poetica con gli adolescenti ricoverati presso il reparto di neuropsichiatria infantile.
Siamo cresciutx col mito di Beverly Hills, del biondo, bello,
sano e snello. Siamo statx allevatx nella menzogna di ciò che è giusto e ciò
che è sbagliato.
Eppure, abbiamo miracolosamente scelto la via della
diserzione, dell’eccedenza e della perversione. Che gli Spiriti Demoniaci
continuino ad ispirare i nostri passi incerti nell’imprevedibile cammino
attraverso le darkroom della vita!
Joy era arrivato a Barcellona da una settimana, aveva una rete
di conoscenze nuove da esplorare, il sole in faccia e il cuore ricolmo di
speranze. Si avviava a passi svelti ad una festa in un appartamento del
quartiere Raval, a cui era stato invitato grazie all’intercessione di amicx, di
amicx, di amicx. Era proprio agio nell’identità che si era confezionato per l’occasione.
Aveva deposto tute, jeans e felpe unisex, che gli consentivano di non sentirsi
soffocare in vesti disforiche, e mantenere al contempo una “decenza di genere”
professionale, ovvero uno stile neutro ma dignitoso difficilmente contestabile
dalle autorità del sistema scolastico, in cui era imprigionato per dieci mesi
l’anno. In una sola settimana di libertà aveva fatto follie: capelli fuxia, un tatuaggio
raffigurante l’uroboro/unicorno, smalto solo sugli indici e sul secondo dito di
entrambi i piedi, pochissime docce, e uno stile d’abbigliamento che oscillava tra
uno steampunk un po’ rozzo e un sadomaso un po’ arrangiato. Aveva donato ad un
passante la costosa boccetta di “Armani Code”, profumo con cui marcava il
territorio da 7 anni, dopo che al suo arrivo a Barcellona, ciò era stato
definito “muy italiano”, seppur con apprezzamenti entusiastici, seguiti da
intrigantissimi annusamenti, dagli amici riuniti ad accoglierlo. Era pronto ad
aprirsi al nuovo. Grazie a una dose elargita da un amico catalano in
transizione, aveva potuto finalmente coronare il suo grande sogno: provare
almeno una volta il brivido del testosterone vero. Quello maschile, e non quei
bruscolini di testosterone femminile che tentava di produrre in palestra a
colpi di military press, squot e addominali. “Minore in quantità, ma più
reattivo!”, ripeteva per incoraggiarlo il benevolo e paziente istruttore,
durante estenuanti sessioni di body building finalizzate a produrre l’ambito
ormone. Si era “pinciato” come dicevano lì, ovvero si era iniettato la
sostanza. Non era eroina, era T. Sapeva che una piccola quantità in un’unica
somministrazione non avrebbe probabilmente avuto alcun effetto fisiologico, ma
avvertiva dentro di sé tutta la potenza simbolica e politica di quel gesto.
Mentre correva leggiadro su per le scale dell’antico palazzo, per raggiungere
la festa, Joy si sentiva sospinto da una schiera di angeli che avevano i volti
di Paul B. Preciado, Mario Mileli, Sylvia Rivera, Frank-N-Furter e tantx altrx
che prima di lui avevano sofferto, rischiato e lottato e avevano spianato la
strada affinchè lui oggi potesse essere una frocia libera e correre spensierato
incontro a una notte di godimento e perversione. Suonò il campanello ansimando,
spaventato e felice. Gli aprirono. Lo salutarono con un bacio improvviso e
sconosciuto sulla bocca: lungo, dolce e pieno d’amore. Si accorse nei primi minuti
di non conoscere nessuna delle persone presenti al party.
Una fatina con bacchetta e collare da cagnolina si incaricò di
introdurlo e condurlo nel giro di ambientazione: ovunque nell’appartamento
c’erano persone impegnate in atti sessuali di gruppo. I loro corpi avevano
perso genere, identità e confini. Una persona declamava poesie passando per i
locali della festa. In un angolo, su un tavolino basso, piccolo strisce di una
polvere rosa erano disposte con ordine e generosità per chi volesse approfittarne…
Qualcunx chiaccherava, qualcunx guardava soltanto, qualcun altrx ballava al
ritmo di lisergici beat.
Joy fece in quella festa cose che non avrebbe mai pensato di
fare quella sera e forse nel corso della vita. Fu invitato inizialmente a una
gang bang di sevizie attuate su una figura magra e snella, che lo informarono
essere, l’abitante dell’appartamento in cui si trovavano. La vittima aveva un’erezione
notevole e duratura e sembrava godere soprattutto durante la fustigazione dei
piedi. Dopo un tempo indefinito di dolce supplizio, semplicemente eiaculò e si
addormentò profondamente al centro della stanza dove rimase tutta la notte.
Dissoltasi la diabolica comitiva, Joy si trovò invischiato in un trio di baci
lunghi e profondi con lingue che si intrecciavano in forme impossibili, con slanci
animaleschi. Non vedeva quasi le persone a cui era avvinghiato ma le sentiva
bellissime, in un contatto ancestrale tra anime, di cui i corpi erano minuscole
e perfette estensioni carnali. Fu una lunga notte… Joy proferì poche parole, ma
incrociò molti sguardi. Leccò fiche, toccò peni, baciò pance. E soprattutto si
fece penetrare. Si fece penetrare da più persone e in tutti i buchi, da “cazzi
cyborg” e “pezzi originali”. Si fece penetrare godendo e gridando. Si fece
penetrare come non succedeva spesso, come non succedeva più… Con l’aurora che
diventò l’alba, i morsi si trasformarono in carezze, le grida in sospiri, i
mucchi selvaggi in tenere connessioni. La luce ricacciò i Demoni metropolitani
nei loro covi sotterranei, da cui avrebbero progettato nuove incursioni
attraverso possessioni di corpi ribelli.
Sdraiato sul pavimento del mattino ormai silenzioso, Joy si
assopiva e poi si risvegliava richiamato alla veglia dalle sinapsi chimiche dei
pensieri imbizzarriti, di una notte dal senno imbavagliato. “Non ci si immerge
mai due volte nelle stesse acque”, gli aveva detto, un pescatore di telline
sulla spiaggia di Sperlonga in un tramonto di inizio estate. Eppure a volte bisogna
farsi travolgere da un’onda anomala di libertà per ricordarsi di essere gocce e
non sassi. Annoiato dai suoi stessi pensieri e divertito del proprio filosofare
strafatto, Joy abbracciò il corpo straniero che lo accarezzava da lunghi attimi
e si lasciò sprofondare in un sonno senza sogni.
Settembre…Seduto nel cortile della scuola di periferia romana
in cui lavorava, Joy si era perso in un lungomare da fondo bianco e palme in fila, lontano da Bervely Hills, il
sud dell’Europa.
“Cristian!” – “Cristian!”. Joy Mise a fuoco la figura della
Maestra che ripeteva gridando, rossa in viso, il nome del bambino, a cui era
stato diagnosticato “autismo” e di cui doveva occuparsi, e su cui era stato
richiesto in forma scritta che si “vigilasse”. Joy si voltò talmente di scatto
da sentire la testa staccarsi dal collo, nella paura che la sua distrazione
avesse provocato la tragedia, rientrando improvvisamente nell’altra parte di
sé, il ruolo: l’Educatrice… In effetti, il disastro si era consumato e sembrava
irreparabile: Cristian si era tolto le scarpe! L’Educatrice
si alzò lentamente, guardò la maestra cercando di non tradire la pena che in
quell’istante provava per lei e per tutto il sistema dell’istruzione italiana, e
si avvicinò al bambino scalzo. Ripristinata l’operosità del personale
sottoposto, la Maestra si calmò e tentò un approccio con chiacchere amichevoli,
per verificare se il richiamo all’ordine avesse innescato malumori. “Non sei
abbronzata, non sei stata in vacanza?” chiese la Maestra. “No, sono stata a
Zagarolo ad assistere dei miei zii anziani e molto malati…” mentì l’Educatrice,
con un falso sospiro rassegnato e un sorriso bonario da #Santa-in-vita…”Ah!” Rispose
la maestra che poi si allontanò gridando: “Bambiniiiiii! Non toccate la terra
che ci sono i vermiiiiiiiii!!!”.
L’Educatrice accovacciata guardò il bambino scalzo negli occhi
a lungo, tenendo le sue mani nelle proprie e accarezzandole dolcemente: “non si
può stare senza scarpe a scuola, Cristian”. Il bambino non capì, ma capì. Mise
un braccio attorno al collo dell’Educatrice, nascose la testa e lo sguardo sulla
sua spalla e alzò il piede piccolo per farsi rimettere la scarpa. L’educatrice
sentì una freccia di tristezza trafiggerle il cuore. Una minuscola lacrima
azzurra le si formò nell’angolino dell’occhio destro, ma l’Educatrice la
ricacciò indietro, perché quella lacrima era di Joy.
Bambini: non toccate la terra, che ci sono i vermi.
Il racconto è contenuto nella raccolta “Altri Immaginari ” una collezione aperta e apribile non di farfalle ma di esperienze, desideri, perversioni, emozioni, giochi dove protagonista è il corpo che desidera, racconta e si racconta in tutte le sfaccettature del margine e del confine (vecchix, grassx, stoprpix, razializzatx, asessuali, lesbicx, frocix, queer, nobinary, transfemministi, xxxxxxxxxxx, noir, no border…) . Edizioni Golena
Altri Immaginari è una collezione aperta e apribile non di farfalle ma di esperienze, desideri, perversioni, emozioni, giochi dove protagonista è il corpo che desidera, racconta e si racconta in tutte le sfaccettature del margine e del confine (vecchix, grassx, stoprpix, razializzatx, asessuali, lesbicx, frocix, queer, nobinary, transfemministi, xxxxxxxxxxx, noir, no border…)
Un’installazione erotica di Claudia Borgia, Annalisa Macagnino, Gilvia Rollo, Nadyne e nita.
Please, take a seat!
Peep Punk Show è una creazione collettiva. Per realizzarla ci
siamo ispiratx alla nota e surrealista tecnica del “Cadavere Squisito”.
Gilvia Rollo ha avuto l’idea: riciclare vecchi monitor per
creare un dispositivo misterioso (uscito poi dalle sue magiche mani).
Nadyne e nita hanno offerto un’improvvisazione erotica all’occhio
cyborg di Claudia Borgia.
Annalisa Macagnino ha remixato le immagini in un tenero
montaggio punk.
Tuttx insieme abbiamo allestito questo angolo in cui
proponiamo una visione.
Non abbiamo concordato i passaggi, né gli stili né immaginato
insieme il risultato finale. Non ci sono state condivisione, né tantomeno sintesi.
Solo fiducia, giocosità, eccitazione e voglia di realizzare qualcosa di
imprevedibile.
Indossiamo gli occhiali?
Presentata a:
2018 Hacker Porn Film Festival @Trentaformiche – Roma
Di e con nita e Tony Dentro le Playgirls from Caracas
Ispirato a “Testo Tossico” di P B Preciado è un rito domestico in cui Lei torna a casa dal lavoro e Lui capa i fagiolini in poltrona e poi il rito domestico, lui nelle mani di lei. Le voci e le immagini si sovrappongono grazie all’arte di Annalisa Macagnino e Gilvia Rollo. Remix di voci e immagini Lei è Don Giovanni, Lui, Venere in pelliccia. Tutto si mischia e rimane però distinto legato solo dalla passione, come ci piacerebbe fosse l’amore.
Presentato a :
2016 (?) Nostri i Corpi Nostre le Citta @Comunnia – Roma
2017 Glory Hole @Trentaformiche – Roma
20178 La Torre Storta a queer Festival @Teatro Rossi Aperto – Pisa
Performare l’osceno: ovvero come una fantasia, un bacio, una sessione o una storia d’amore possono diventare performance.
Foto: Claudia Borgia
L’eccitazione, la sessualità e il piacere sono momenti
fondamentali nella vita di ogni persona poiché implicano emozioni intense,
costituiscono esperienze fondamentali e sono spesso il collante di relazioni
significative ed il motore di scelte di vita. Eppure nella maggior parte delle
narrazioni e delle rappresentazioni i momenti di eccitazione, sessualità e
piacere vengono solo accennati se non omessi, condensati, banalizzati o
ridicolizzati. Comunque e sempre privati del potenziale trasformativo e conturbante
dell’Eros. Che non si confonda l’arte con la pornografia!
E invece è proprio ciò che cercheremo di fare. In questo
piccole esperimento laboratoriale proveremo a realizzare brevi performance che
abbiano per oggetto le fantasie erotiche dei/delle partecipanti. Daremo spazio
all’esibizionismo e al voyerismo, diffusi nei circoletti sadomaso, con
improvvisazioni ed esercizi teatrali. Interpreteremo ruoli e personaggi come
nella migliore tradizione BDSM. Lavoreremo sull’estetica della gestualità e del
tocco di ognunx per migliorare la qualità del movimento e stupire, con rinnovata presenza scenica, in esibizioni accattivanti
su palchi, nei party o in camera da letto.
Se i/le partecipanti lo desiderano, è possibile immaginare a fine percorso un’”uscita pubblica”, che può prendere la forma di un piccolo cabaret, di un confronto aperto, di un gioco collettivo…
Edizioni svolte fino ad ora
2014(?) @La fornace – Rho
2018 Xplore Festival @Borgo Paola – Bracciano (Roma)
Queer et ora è un progetto fusion: mescola spunti carpiti
dalle tradizioni spirituali e sciamaniche, ritualità punk della cultura della
notte e attitudine queer alla distruzione dei confini (tra generi, popoli,
specie, yin e yang di ogni forma e natura).
Un ciclo laboratori al Forte Prenestino partendo dall’idea che
una ricerca personale come quella sul corpo e sulla sessualità, trovi
compimento e linfa vitale nella potenza, nel sostegno e nella gioia della
collettività. Partiremo per un viaggio e partiremo insieme, queer et ora!
Gli incontri si sono svolti la terza domenica del mese dalle 15,30 in Pallestra , in occasione del Mercato Terra/terra
21 ottobre “Tantra
Metropolitano” – con nita
18 novembre “Pleasure Body –exercising resistance” – con
Giorgia Ohanesian Nardin
16 dicembre “Abbandono, rabbia e potere: le chiavi energetiche del sadomaso” – con nita
17 febbraio “Corde e respiro” – Condotto da Ishara Gabri con la partecipazione di nita
19 maggio “Prove Tecniche per una Sexparty” -Ideato e facilitato da nita
Sono il cubo di rubik: i colori della mia identità si sono
irreversibilmente mescolati. A ogni tocco divento qualcosa di nuovo. Donna e
Uomo, Persona, Animale, Lucidità, Isteria, Malinconia, Ironia. Abiterò per
sempre la soglia perennemente bandita dalla barra disgiuntiva.
Questa performance è un piccolo viaggio di 10 minuti di
parole, video e foto irriverenti contro le Teorie del Potere.